lunedì 23 novembre 2009

LA LUNA POTREBBE DIVENTARE FONTE DI ENERGIA SOLARE

La luna, la luna, ci porterà fortuna… diceva più o meno una canzone di un po’ di tempo fa ed effettivamente per pochi indomiti astronauti ha regalato gloria eterna. Mito della corsa allo spazio a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, nel prossimo futuro potrebbe diventare una risorsa energetica. Insomma, dopo anni di attenzioni tutte rivolte verso Marte, il nostro caro satellite potrebbe tornare ad essere meta ambita, data la sua grande ricchezza di silicio ed elio-3.

Silicio, appunto, di cui la Luna è composta per circa il 20%, è, lo sappiamo, l’elemento principale di alcuni tipi di cellule fotovoltaiche. E si è anche più volte parlato della difficoltà di reperimento e del relativo costo elevato qui, sulla Terra.
L’idea che inizia a stuzzicare la mente è quella di estrarre grandi quantità di silicio proprio dalla Luna, ma non per trasportarla sulla Terra (il costo, immaginiamo, sarebbe elevatissimo e non sostenibile), ma per costruire strutture solari giganti “lassù”. Energia che sarebbe poi convertita in microonde e inviata “quaggiù” per soddisfare una parte non indifferente dei nostri bisogni energetici.

Come si diceva, la Luna sarebbe anche ricca di elio-3, una rara forma di elio (la cui formazione, nel Sole, produce quell’norme quantità di energia che gli consente di scaldare i pianeti più affezionati). Ebbene, l’elio-3 potrebbe essere un ottimo carburante nucleare con cui creare nuovi reattori a fusione, garantendo energia relativamente pulita e sicura alle future generazioni. Ma si tratta, è bene dirlo, di una tecnologia ancora agli albori e forse non realizzabile in concreto.

Bello, anche se un po’ complicato. E’ sì vero che la superficie lunare è già “morta” e lo sfruttamento minerario non creerebbe “danni ambientali”, ma quello che preoccupa un po’ è il versante etico della questione, specie se si pensa alle guerre che ne sorgerebbero per i diritti di sfruttamento.

Come sempre, tutto dipende dal come si intendono fare le cose. Se qualcuno, come è probabile, intenderà arricchirsene, poveri noi… Se invece si vorrà progettare uno sfruttamento sostenibile, condiviso, pubblico e soprattutto per il bene del Pianeta, potrebbe essere una buona idea.


venerdì 20 novembre 2009

RINNOVABILI E IDROGENO, ACCOPPIATA VINCENTE

Sono ormai numerose le applicazioni della vita quotidiana che sfruttano l’elettricità prodotta da celle a combustibile a idrogeno, come la lavabiancheria e l’asciugatrice realizzate di recente da Electrolux Italia, celle a combustibile e rinnovabili si dimostrano così la coppia vincente per affrontare le sfide ambientali del XXI secolo, mentre il conto energia si rivela un modo indiretto per promuovere le tecnologie dell’idrogeno.

Lo sviluppo delle tecnologie delle celle a combustibile, le cosiddette “fuel-cell”, in particolare quelle a idrogeno e metanolo, ha avuto negli ultimi anni un incremento rapidissimo. Le applicazioni oggi sono in grado di tradurre in fatti quello che sinora si era speso in termini di parole, di speranze e di mercati potenziali. Molte applicazioni ne dimostrano la realizzabilità: nelle abitazioni private, nella robotica e nelle installazioni per la cinematografia, sino alle grandi multinazionali dell’elettrodomestico, della sorveglianza, dell’illuminazione della segnaletica stradale. Un insieme di applicazioni trasversale a ogni attività umana, che può garantire vantaggi pratici, economici e ambientali molto grandi in futuro come nell’immediato.

La rapidissima corsa delle installazioni fotovoltaiche o eoliche nel nostro paese e piu’ in generale in Europa sta rendendo interessante l’idrogeno come strumento per accumulare i surplus energetici. Gli incentivi statali, come il Conto Energia per il fotovoltaico, sono il punto essenziale dal quale non poter prescindere. Per risolvere i problemi contingenti di alcuni specifici settori nei quali si ha necessità di potenze limitate, entro i 500-1.000 W, è possibile usare le celle a combustibile alimentate con soluzioni di acqua distillata e 10-15% di metanolo, che possono ovviare alle problematiche di stoccaggio dell’idrogeno. Tanto per fare alcuni esempi, ci riferiamo alla segnaletica stradale autonoma, al monitoraggio di stazioni meteo, vulcaniche e sismiche, alle telecomunicazioni, alla sorveglianza e sicurezza. In altre parole: piu’ che a prototipi, oggi il settore dell’idrogeno e delle celle a combustibile punta all’inserimento nella vita quotidiana.

-PRODUZIONE DA RINNOVABILI- I fatti dimostrano come l’idrogeno sia pronto a giocare il ruolo di vettore energetico per una distribuzione anche capillare tramite idrogenodotti su piccole reti comunali/provinciali per essere utilizzato in numerose applicazioni. Si tratta di un ottimo “vettore energetico” in quanto ha un potere calorifico tale da essere, a parità di peso, due volte piu’ energetico del metano e sino a tre volte piu’ energetico delle piu’ comuni benzine. Si può produrre idrogeno da una molteplicità di fonti (fossili e rinnovabili) e da vettori energetici (elettricità), ma la cosa piu’ interessante è che con processi di elettrolisi, che possono essere ormai caratterizzati da ottime efficienze (70-80%), non si produce solo idrogeno industriale di ottima purezza e commerciabilità, ma anche ossigeno altrettanto puro e appetibile a livello industriale e commerciale. Ci si riferisce molto spesso alle energie rinnovabili come potenziale sorgente per la produzione di idrogeno di idrogeno a all’elettrolisi come processo primario, perché rappresenta una delle rare metodologie di produzione di idrogeno scevra da qualunque tipo di emissione. L’elettrolisi è energeticamente molto efficiente in taluni casi ma anche di difficile realizzazione su larga scala, o replicabile su una scala piu’ grande ma in maniera imitata a causa di fattori economici e di efficienza, come nel caso del fotovoltaico. Se ci focalizziamo proprio sul fotovoltaico, ci possiamo rendere facilmente conto di come il Conto Energia sia involontariamente uno straordinario incentivo per le tecnologie a idrogeno: ogni investimento in KW FV ulteriori rispetto alle proprie esigenze è in realtà un investimento prezioso per poter ottenere due gas estremamente remunerativi (idrogeno e ossigeno), già a partire da taglie produttive di 60 l/h. Insomma, aspettando che le reti e le infrastrutture dell’idrogeno siano realizzate, i piccoli produttori di energia rinnovabile da fotovoltaico ed eolico sono potenzialmente produttori di idrogeno di ottima qualità attraverso il piu’ pulito e semplice dei processi: l’elettrolisi. Questo grazie agli incentivi e ai meccanismi di scambio sul posto e di cessione in rete, che possono rendere molto piu’ approcciabile l’elettrolisi rispetto ad altri metodi produttivi, soprattutto nel caso di piccole portate. Questa visione si sposa perfettamente con quella che è una logica infrastrutturale di piu’ lungo periodo: l’immissione dell’idrogeno in idrogenodotti di lunghezze tipiche di 100-150 km tali da garantire ritorni economici paragonabili a quelli delle odierne reti del metano. Allo stesso tempo, la logica della produzione di idrogeno on-site da fotovoltaico risolve la prima problematica, cioè spezzare una volta per tutte il circolo vizioso legato al problema eterno dell’uovo e della gallina: vanno costruite prima le infrastrutture per la distribuzione del gas e poi le applicazioni o il contrario?

-SISTEMI DI STOCCAGIO- I vantaggi principali delle tecnologie fuel-cell a idrogeno rispetto alle tradizionali batterie secondarie sono molteplici: ingombri e peso inferiori, maggior durata, manutenzione pressoché nulla. Ma oggi si punta piu’ che alla competizione con i tradizionali metodi di stoccaggio energetico delle batterie all’integrazione con queste ultime, per un pieno sfruttamento delle peculiarità e dei vantaggi di entrambi le tecnologie. Si assiste così sempre piu’ di frequente a sodalizi tra le nuove frontiere tecnologiche delle fuel-cell a metanolo e idrogeno con il mondo delle batterie, al fine di ottimizzare la vita di entrambe i dispositivi per il raggiungimento dell’ideale economico e la soddisfazione dei requisiti e degli obbiettivi tecnici delle installazioni. Ecco che allora la fuel-cell si trasformano in generatori autonomi di corrente elettrica, che lavorano con combustibili alternativi a zero emissioni, ma che possono diventare all’occorrenza dei partner ideali per le batterie qualora nasca l’esigenza della loro ricarica e di minimizzare i cicli e le ore di funzionamento delle celle a combustibile stesse. Dei veri e propri carica- batteria e zero emissioni, che risolvono innumerevoli problemi in settori determinanti della vita quotidiana, dal gruppo di continuità, sino alle abitazioni isolate costrette, di norma, ad affidarsi a numerosi e inquinanti generatori a fonti fossili.


lunedì 16 novembre 2009

EFFICIENZA ENERGETICA, ALTERNATIVA PIU’ CREDIBILE DEL NUCLEARE

L’efficienza energetica costituisce un’alternativa più credibile dell’energia nucleare in quanto consente di operare scelte strategiche in modo più consapevole e calibrato alle esigenze effettive del nostro paese. Puntare sull’efficienza energetica è inoltre una strategia win – win: è più efficace ed è di gran lunga più conveniente. Queste le principali conclusioni di un’indagine condotta dagli Amici della Terra (scarica la presentazione), presentata oggi nel corso di un convegno a Roma. Dallo studio emerge dunque che ottenere riduzioni nei consumi energetici è prioritario per il rispetto degli impegni di riduzione dei gas serra richiesti dall’Europa al 2020.

L’Enea, in una recente valutazione dei costi di abbattimento delle emissioni in Italia al 2020, evidenzia infatti un potenziale complessivo di riduzione delle emissioni di circa 60 milioni di tonnellate CO2 dall’efficienza energetica nell’industria, nel terziario, nel trasporto, nell’edilizia residenziale e nella produzione e trasmissione di elettricità. Ottenibile attraverso opzioni tecnologiche che, tra l′altro, comportano costi minimi o nella maggior parte dei casi con benefici sociali netti.

Prendendo come riferimento il potenziale del risparmio energetico al 2020 nel solo settore dell’elettricità, grazie all’efficienza energetica si potrebbero evitare 73 TWh di energia elettrica, cioè il 21,6 per cento dei consumi finali lordi in Italia nel 2008 (337,6 TWh).

Un enorme potenziale di risparmio energetico che corrisponde alla produzione elettrica di circa 8 grandi centrali nucleari (da 1300 MW, taglia ipotizzata dal nostro governo). Mentre il potenziale di risparmio realizzabile a breve termine, con le misure vigenti, ammonta a 19 TWh (potenziale al 2012 col sistema dei certificati bianchi).

Anche in tema di incentivi, è significativo il confronto - osserva lo studio - tra i 320 milioni di euro di costi per lo stato dovuto al principale meccanismo di promozione dell’efficienza energetica, i certificati bianchi, con gli 1,2 miliardi di euro di benefici netti ottenuti in virtù dei risparmi annui degli utenti.

Lo studio rileva inoltre che se da un lato l’Italia è in grave ritardo rispetto agli obiettivi della politica climatica europea (sia rispetto a Kyoto sia in relazione agli obiettivi nazionali al 2020) emergono tuttavia anche alcuni primati nel campo dell’efficienza energetica che, spesso, il paese non conosce e, dunque, non valorizza in termini politici e di sistema.

Si tratta, in generale, della rendita di posizione che deriva dai miglioramenti di efficienza seguiti alla crisi petrolifera del 1973, che si è assottigliata nel tempo (non si registrano miglioramenti del livello di intensità energetica finale dal 1986. Un patrimonio di conoscenze, tecnologie e tradizioni di grande valore, su cui è possibile puntare con convinzione anche per incrementare la competitività sui mercati globali dei nostri beni e servizi.

giovedì 12 novembre 2009

ZEROEMISSION.TV LA WEB TV SULL’AMBIENTE

BREVI NEWS

ZEROEMISSION.TV è la prima web tv italiana interamente gratuita con centinaia di video e un notiziario costantemente aggiornato sulle principali questioni ambientali. Raccoglie inchieste, interviste a esperti, collegamenti ai principali eventi di settore, un focus sulle tecnologie e i prodotti piu’ innovativi, le normative e gli incentivi per chi voglia produrre energia pulita.

Ecco alcuni dei contenuti che potrete trovare su ZEROEMISSION.TV :

- CONTATORE FOTOVOLTAICO

- RIFKIN: SERVE UNA NUOVA ENERGIA PER LA TERZA RIVOLUZIONE INDSUSTRIALE

- VELA, LA BARCA A ZERO EMISSIONI

- OFFERTE DI LAVORO

- COME STABILIZZARE LA CO2

- RISPARMIO ENERGETICO

Tanto altro su WWW.ZEROEMISSION.TV


lunedì 9 novembre 2009

RISPARMIO ENERGETICO IN CASA. QUALI INTERVENTI CONSENTONO DI RISPARMIARE ENERGIA?

Come dare una vera svolta alla propria vita in senso ecologico? Sicuramente acquistando una casa ad alta efficienza energetica o ristrutturando la propria ai fini del risparmio di energia. Possiamo applicare alcuni suggerimenti per migliorare il livello di comfort del nostro appartamento e per ridurre i costi di riscaldamento , condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria.

Ma cosa si intende per casa ecologica? Una costruzione realizzata con materiali non inquinanti e che limiti al massimo il consumo di energie non rinnovabili, offrendo al tempo stesso elevati standard di qualità di vita e benessere per gli abitanti. I progetti di bioedilizia e di bioarchitettura sono basati su tecnologie che tengono sotto controllo temperatura, umidità, campi elettromagnetici e sostanze inquinanti all’interno degli edifici. Tra i materiali si prediligono quelli naturali, di produzione locale nonchè poco inquinanti nelle fasi di produzione e smaltimento; si realizzano impianti elettrici che limitino al massimo la presenza di campi elettromagnetici; le tecniche costruttive adottate consentono un’adeguata traspirazione e ventilazione delle strutture; si utilizzano impianti che limitano il consumo energetico e si adottano misure che riducono la dispersione del calore. Grande importanza riveste anche la scelta del luogo in cui costruire, che dovrà consentire la massima integrazione tra edificio e ambiente. I materiali da costruzione selezionati avranno caratteristiche adatte alla funzione che dovranno svolgere, quindi in particolare: capacità di accumulare calore, coibentazione e igroscopicità (capacità di assorbire umidità).

Sul fronte del consumo energetico la casa ecologica è progettata e costruita per ridurre al minimo le dispersioni di energia attraverso un efficiente isolamento termico. Le fonti di energia rinnovabile utilizzate nelle costruzioni ecologiche sono:energia solare (pannelli solari termici e pannelli solari a celle fotovoltaiche); energia eolica; energia geotermica; biomasse (sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia). Se costruita in una zona con buona esposizione ai raggi solari, sia per la durata dell’esposizione nella giornata sia per la percentuale di giornate non nuvolose nell’arco dell’anno, si utilizzeranno i pannelli solari. Attraverso i pannelli solari fotovoltaici è possibile trasformare l’energia derivante dai raggi solari direttamente in energia elettrica; SE INTERVENIAMO OGGI, LE NOSTRE SPESE DI RISCALDAMENTO E CONDIZIONAMENTO SICURAMENTE DIMINUIRANNO,la bolletta energetica è una fra le più rilevanti voci di spesa del bilancio familiare: ormai supera le entrate mensili di una famiglia media italiana. I nostri alloggi sprecano quotidianamente molta energia e le nostre bollette continuano ad aumentare. Perché non fare qualcosa contro questo spreco di energia visto che sappiamo da cosa è provocato e anche come controllarlo e frenarlo? Una serie di informazioni e di consigli per risparmiare energia in casa, senza rinunciare al comfort, ma utilizzandola in modo più economico e razionale. Per risparmiare ogni anno tanta energia dobbiamo: -ridurre le dispersioni di calore in inverno e le rientrate di calore in estate attraverso le pareti, il pavimento ed il tetto della casa -limitare le fughe di aria calda attraverso i vetri e gli infissi delle finestre -abbassare la temperatura di riscaldamento nei locali non utilizzati - sfruttare al meglio l’energia progettando, manutenendo e regolando bene l’impianto di riscaldamento e condizionamento Tutto questo significa spendere del denaro; ma questo investimento, a sua volta, porta ad un risparmio immediato sulle nostre bollette. Occorre solo decidere di sostenere queste spese. Proponiamo questi interventi nelle riunioni di condominio, per il miglioramento di tutto l’immobile, oppure affrontiamo il problema del risparmio energetico da soli, nel nostro appartamento. Sicuramente migliorerà il nostro livello di comfort. Una serie di indicazioni e suggerimenti riguardano il riscaldamento autonomo. La maggior parte dell’energia consumata in casa, circa il 70%, serve per il riscaldamento. Un uso più oculato ed efficiente dell’impianto di riscaldamento domestico può dare un grande contributo al risparmio energetico. Segnaliamo tecnologie innovative, comportamenti virtuosi e semplici consigli per riscaldare la casa in modo razionale ed economico, traendo vantaggi dal riscaldamento autonomo, riscaldamento a pavimento, caldaie ad alto rendimento, scelta degli elettrodomestici, illuminazione della casa e tanto altro. Dimentichiamoci della bolletta di luce e gas, alimentiamo la nostra casa con energia pulita, a costo zero, con un impianto fotovoltaico per la casa dei nostri sogni.

giovedì 5 novembre 2009

RICICLO PANNELLI FOTOVOLTAICI, UN’ ENORME RISORSA A FINE VITA, PER UN ECONOMIA "DOUBLE GREEN", DOPPIAMENTE VERDE


L’industria FV ha già’ pensato alla soluzione, il riciclo. Anche perché tecnologie di recupero dei materiali dei moduli non piu’ in funzione sono già disponibili e fin dalle prime esperienze sul campo hanno prodotto risultati assai promettenti.

Un uomo a 25 anni è ancora nel fiore della gioventu’. Un impianto fotovoltaico, invece, è avviato verso la fine del ciclo di vita. Inizia a produrre meno energia rispetto ai primi anni di attività, deve essere dismesso e, come gli altri prodotti elettrici o elettronici, smaltito come rifiuto speciale. Un sistema che per anni ha prodotto energia pulita rischia così di trasformarsi in un altro degli innumerevoli dispositivi tecnologici di difficile smaltimento che intasano le discariche. Una fine ingloriosa, ma soprattutto uno spreco trattandosi di un prodotto che, anche a fine vita, può rivelarsi ancora utile. Un modulo fotovoltaico è costituito da vetro per circa il 70% del suo peso, utilizzato per le superfici espositive e di protezione, da metalli, come l’alluminio, utilizzato per le cornici, da silicio, il materiale foto attivo, e da altri semiconduttori, come argento e rame, impiegati per al realizzazione dei contatti elettrici. Materiali preziosi, il cui ciclo di vita non coincide con quello dei dispositivi fv e che pertanto potrebbero essere recuperati in vista di un loro utilizzo per al costruzione di nuovi moduli. Parliamo di riciclo, un tema che da qualche anno comincia ad attirare l’interesse di un industria protesa alla sostenibilità ambientale e che inizia a porsi il problema di come smaltire i suoi stessi prodotti a fine vita. Proprio per trovare una soluzione a questo problema, numerosi produttori e importatori europei di moduli hanno fondato nel luglio 2007 l’associazione PV Cycle (www.pvcycle.org). L’organizzazione, che ha sede a Bruxelles e attualmente conta 35 aziende iscritte e 8 associate che rappresentano oltre l’80% del mercato FV del vecchio continente, intende favorire le buone pratiche di riciclo e sostenere lo sviluppo di tecnologie avanzate di raccolta e recupero dei moduli. “La missione di PV Cycle – spiega Jan Clyncke, direttore dell’associazione – è chiudere in modo virtuoso il ciclo di vita di un modulo fv. Questi dispositivi sono progettati per produrre energia pulita per almeno 25-30 anni, contribuendo così alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Ora vogliamo che questo contributo non venga meno neanche quando il modulo non è piu’ in grado di generare energia, rendendo così, come recita lo slogan della nostra associazione, l’industria fv “Double Green”, doppiamente verde”. Intanto in Germania, Paese leader mondiale nella produzione e nell’utilizzo del solare, First Solar ha annunciato la costruzione di un impianto, il primo in Europa, per lo smaltimento dei pannelli, capace di recuperare il 90% dei materiali.

lunedì 2 novembre 2009

VELE FOTOVOLTAICHE PER LE NAVI DEL FUTURO

Navi da carico che, oltre ai motori, usano le vele per sfruttare l’energia pulita del vento.
Perdipiù si tratta di vele fotovoltaiche – sono coperte da pannelli solari – per generare da una fonte rinnovabile almeno una parte dell’energia elettrica necessaria alle imbarcazioni.
Queste navi stanno per diventare realtà grazie ad un accordo fra la compagnia australiana Solar Sailor e la compagnia cinese di trasporti Cosco.

Al giorno d’oggi il 90% delle merci è trasportato via mare su immensi cargo, navi condotte da motori diesel che consumano ingenti quantità di carburanti fossili, riversando nell’atmosfera annualmente tra le 600 e le 800mila tonnellate di CO2(circa il 5% del totale globale). Il loro impatto ambientale è dunque per niente trascurabile. Un ritorno all’energia del vento, accompagnato dallo sfruttamento di quella solare.

La Solar Sailor, azienda australiana con sede a Sydney, specializzata nell’ impiego di fonti rinnovabili per la mobilità sostenibile, ha disegnato e realizzato delle vele di 30 metri di lunghezza completamente coperte da pannelli fotovoltaici. Esse sono ora in fase di test su imbarcazioni di varie dimensioni. L’obiettivo è quello di creare navi cargo che possano sfruttare il vento come coadiuvante alla mobilitazione del mezzo.
In pratica in presenza di vento forte la nave potrebbe essere condotta unicamente grazie alle grosse vele, se invece il vento non fosse sufficiente, interverrebbe il motore diesel (con un consumo di carburante comunque ridotto vista la “collaborazione” dell’energia eolica). I pannelli fotovoltaici sono invece destinati a fornire energia per alimentare gli impianti di illuminazione, di riscaldamento/raffreddamento ed elettronici dell’imbarcazione. Tramite computer le vele saranno mosse automaticamente in seguito ai mutamenti del vento, in modo da essere sempre efficienti al massimo. L’adozione di una soluzione del genere su larga scala porterebbe ad un cospicuo contenimento dei consumi nonché delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Secondo l’amministratore delegato di Solar Sailor, Robert Dane, in un prossimo futuro tutte le navi, per merci come da passeggeri, ospiteranno vele solari, ossia adotteranno un sistema di alimentazione ibrido: motore diesel/vento/sole. Certamente il costo iniziale dell’imbarcazione è elevato, ma “una volta installate”, dichiara Dane, “le vele si auto-pagano in termini di risparmio di carburante nel giro di soli 4 anni di attività regolare”.

giovedì 29 ottobre 2009

DALL’EOLICO ELETTRCITA’, MA ANCHE ACQUA POTABILE

BREVI NEWS..

L’eolico non piace a taluni che non ritengono il problema dell’energia senza emissioni nell’atmosfera, una delle priorità da affrontare. Forse il gradimento potrà aumentare se e quando prenderanno piede attrezzature più moderne di quelle a pale che datano alcuni secoli fa (cosa erano i mulini a vento?), magari i più compatti impianti a torre. Ma già ora un punto in più a favore dell’eolico è stato scoperto da un 43enne piccolo imprenditore francese a dimostrazione che quando si incominciano a fare le cose si trova sempre qualcuno che le perfeziona. Il francese,infatti, è riuscito a trasformare l′aria in acqua, una sostanza che i più prevedono sostituirà presto il petrolio come causa di guerra.
L’invenzione non è nulla più che una classica turbina eolica che, però, in più, recupera- tramite filtri - l′umidita′ dell′aria, per trasformarla in acqua potabile.
La macchina, secondo l′inventore, puo′ produrre tra i 70 ed i 200 litri d′acqua al giorno.

lunedì 26 ottobre 2009

I GREEN JOBS BATTONO LA CRISI, L’OCCUPAZIONE SI TINGE DI VERDE

Si potrà discutere sulle cifre. Ma il potenziale occupazionale dei green job non è in discussione neanche in Italia. Statistiche ufficiali non ne esistono, ma secondo l'Associazione produttori di energia da fonti rinnovabilii (Aper) i colletti verdi sono già oggi attorno ai 50-55mila tra occupati e indotto, solo per quanto riguarda il segmento energetico. Se si guarda al futuro l'economia verde potrebbe raggiungere i 250mila posti di lavoro per il 2020. Almeno stando alle conclusioni dello studio dello Iefe (Centre for research on energy and environmental economics and policy) dell'Università Bocconi sulle «Prospettive di sviluppo delle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica», rivolto al Gestore dei servizi elettrici (Gse) e presentato a maggio.

È la prima ricerca completa che proietta stime attendibili sull'Italia energetica del 2020 analizzando diversi scenari. La capacità della nostra industria di rispondere alla sfida tecnologica, di ricerca e sviluppo, di innovazione, oltre che alla cooperazione tra pubblico e privato, potrà configurare tre diverse prospettive in base allo «sfruttamento delle opportunità». Nel caso di «un basso sfruttamento», in continuità «con quello degli ultimi cinque anni», il fatturato sarà di 30 miliardi di euro con un valore medio annuo di 2,4 miliardi e un'occupazione di 100mila posti. Con uno sfruttamento medio, coprendo il 50% della quota di mercato con produzione nazionale, si potrà realizzare un fatturato di 50 miliardi con una media annua di 4 miliardi e un'occupazione di 150mila persone. Se lo sfruttamento sarà alto, l'industria nazionale potrà realizzare un fatturato di 70 miliardi (pari al 70% della quota di mercato) con un valore medio annuo di 5,6 miliardi (2,4 miliardi in importazioni di apparati tecnologici) e raggiungere 175mila posti lavoro in Italia e 75mila al l'estero, 250mila in totale. L'eolico ne occuperebbe 77.500 (31%), le biomasse 65.000 (26%), il solare fotovoltaico 27.500 (11%), fino ai 10.000 (4%) impegnati nell'incenerimento dei rifiuti solidi urbani.

Più dibattuta invece la situazione attuale. Le previsioni variano, anche di molto, a seconda dei criteri di misura adottati. Le stime di Marco Andreassi, partner di AtKearney, sono prudenti: «A volte, nei calcoli occupazionali si includono i posti di lavoro generati dagli investimenti passati, sommandoli a quelli attuali e futuri. In realtà, molto spesso un singolo professionista segue più lavori contemporaneamente, e le posizioni di lavoro create da un dato progetto si chiudono quando questo viene portato a termine». Partendo da queste considerazioni, Andreassi stima che «se si considerano esclusivamente fotovoltaico, eolico e biomasse, e al netto degli impieghi part-time, i professionisti verdi a tempo pieno potrebbero essere a oggi poco più di 5mila in tutta Italia».

Secondo Paolo Bersani, partner PwC Advisory per Sustainable business solutions, «i green job saranno i veri driver occupazionali nei prossimi anni. Bisogna però compiere scelte di lungo periodo, mentre il punto di vista italiano è quasi sempre di breve termine. Quando l'Italia abbandonò il nucleare, non si mise in atto un piano concreto di sviluppo per le energie rinnovabili. Adesso, si guarda di nuovo all'atomo come unica alternativa per uscire dalla crisi energetica, ma lo sviluppo di un mix di energie alternative aprirebbe scenari occupazionali più vasti».

Più ampia la definizione di green job data da Marco Pigni, direttore generale di Aper, l'Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili: «Il part-time e la consulenza sono fenomeni consolidati che devono essere inclusi nel calcolo. L'occupazione diretta legata alla green economy, in Italia, ammonta oggi a circa 30mila addetti, cui se ne sommano 20-25mila di indotto derivanti dalla filiera di produzione. Se si guarda anche alle aziende dell'edilizia e dell'impiantistica, che ormai stanno convertendo al verde il 30-40% delle loro attività, si aggiungono altri 50mila posti di lavoro al totale».

Ancora più ottimistiche le stime di Bruno Berthon, lead manager di Accenture per la sostenibilità: «Solo nel comparto delle energie rinnovabili i posti di lavoro da qui ai prossimi dieci anni, nel quadro normativo evolutivo previsto e in base alle promesse di investimento ad oggi, potrebbe valere 510mila posti di lavoro in Italia. Qualora si investisse maggiormente in fonti rinnovabili di terza generazione, in particolare nel comparto termico e geotermico, questi potrebbero salire sino a 700mila. Se estendessimo la definizione di green jobs al concetto più ampio di sostenibilità, che include ad esempio gli aspetti etici, sociali, la Csr, la supply chain e il green It, potrebbe aggiungersi un mercato potenziale di circa 400mila posti, attestandoci su un totale di 910mila-1,1 milioni nei prossimi dieci anni».


venerdì 23 ottobre 2009

RINNOVABILI, SINONIMO DI LIBERTA’ E AUTONOMIA, DANDO UNO SGUARDO AL FV DI TERZA GENERAZIONE

La Grenn Economy non è solo un complesso sistema di energie compatibili con l’ambiente, ma è anche voglia di autonomia e indipendenza delle grandi reti di distribuzione di elettricità.

Questo è possibile grazie alle tecnologie FV attuali e a quelle che verranno.

Fonti rinnovabili per l’autonomia, l’indipendenza dalle grossi reti elettriche, per unire l’idea di compatibilità ambientale con quella di sostenibilità economica-produttiva.

Oggi questo sogno degli ambientalisti è divenuto realtà in molte parti del pianeta, fra cui una piccola isola danese, grande tre volte l’isola di Ischia, di nome Samso, dove il ricorso a turbine eoliche, che impianti eolici in mare e sulla terra ferma, pannelli solari termici e fotovoltaici, impianti a biomasse ha consentito l’abbattimento praticamente totale delle emissioni inquinanti.

Le rinnovabili sono così in grado di produrre energia sufficiente per soddisfare le esigenze degli isolani, ma allo stesso tempo di produrre un surplus da immettere, con un ritorno economico, nella rete nazionale. Molti degli abitanti hanno installato nelle proprie abitazioni impianti di produzione di energia come mini-turbine eoliche o moduli solari, trasformandosi in soggetti produttori e consumatori al tempo stesso di energia. Il ricorso a motori alimentati a olio di canola, che è una varietà di colza, completano un progetto quasi avveniristico, di totale auto sostenibilità collettiva ma anche individuale. In alte parole: oggi si apre una nuova frontiera in cui l’autosufficienza energetica può rappresentare il vero futuro. E in questa direzione la terza generazione di celle solari potrebbe essere la sponda per rendere ancora piu’ virtuoso questo processo.

FV DI TERZA GENERAZIONE

Una tra le piu’ promettenti tecnologie di terza generazione consiste di vetri strutturali, come quelli presenti in ogni abitazione, integrati però con elementi fotovoltaici organici (non piu’ silicio) in grado di convertire l’energia solare che arriva sul cristallo in energia elettrica pulita. Un prodotto che si ipotizza verrà messo in commercio per il 2012 e che consentirà di produrre energia dalle finestre, dalle vetrate, o dalle verande dei nostri appartamenti, senza piu’ installazioni extra-struttura.

Un’ottimizzazione delle superfici e della struttura portante senza precedenti, che in un futuro non certo lontano potrà essere applicato sui mezzi di trasporto realizzando un sistema di mobilità autosufficiente e pulito, dove l’approvvigionamento energetico sarà totalmente delegato all’utente finale, fuori da qualsiasi legame con la rete di distribuzione. Questo progetto, frutto di una partnership pubblico/privato sviluppatasi a Roma presso il Tecnopolo Tiburtino-Università di Tor Vergata ipotizza un abbattimento dei costi di produzione superiore al 50% rispetto ai moduli tradizionali, consentendo così una fase diffusione del prodotto. Diffusione che potrebbe accrescersi con un sempre piu’ attento e mirato piano di incentivazione statale. Già oggi, come molti sanno, l’intervento statale con gli incentivi e gli sgravi fiscali ha fortemente aiutato il settore delle rinnovabili, come nel caso del Conto Energia, sperando che le future linee politiche del governo mantengano fermo il timone.


giovedì 15 ottobre 2009

IN ATTESA DELLA CIVILTA’ DEL MOTORE ELETTRICO, L’EVOLUZIONE DELL’ENERGIA E’ APPENA COMINCIATA





In base alle proiezioni scientifiche piu’ accreditate, le fonti rinnovabili nel loro complesso (solare,eolico,piccolo e grande idroelettrico,geotermico,energia del mare) nel 2050 potrebbero soddisfare per intero il fabbisogno di energia elettrica dell’umanità.

Sarebbe un traguardo leggendario, al pari del primo uomo che mise piede sulla Luna(si è festeggiato da poco il quarentennale), il primo velivolo che riuscì a staccarsi da terra, o l’invenzione di internet e dei messaggi di posta elettronica. Affinchè ciò avvenga, è necessaria una nuova rivoluzione industriale: il passaggio da un economia fondata sul motore a combustione interna, che tipicamente sfrutta le fonti fossili, a un’economia basata sul motore elettrico. Perché il ciclo sia virtuoso, ovviamente l’energia per far funzionare i motori elettrici dovrà essere prodotta a partire da fonti rinnovabili e pulite, come il fotovoltaico e l’eolico. L’idrogeno potrebbe essere un ulteriore vettore energetico pulito, se generato da rinnovabili. Solo in tal modo riusciremmo ad abbattere drasticamente l’inquinamento prodotto dai prodotti petroliferi e dal carbone e a limitare i danni ambientali e sanitari: purtroppo, i cambiamenti climatici sono una realtà con cui abbiamo a che fare già oggi e con cui dovremmo imparare a convivere.

Con la nuova rivoluzione industriale che abbiamo delineato, però, saremmo solo a metà dell’opera. Non è sufficiente preoccuparsi di come si produce l’energia, ma dobbiamo avere a cuore anche come la si consuma.

Non possiamo pensare che i nostri consumi possano crescere in maniera indefinita: è indispensabile porci come obbiettivo la loro stabilizzazione e, successivamente, la riduzione.

Questo in ogni settore: industriale, residenziale, terziario. Sappiamo che uno dei dogmi dell’economia capitalista è che piu’ si consuma, piu’ si crea ricchezza per tutti, ma basta uno solo dato per confutare tale assioma: per almeno un quinto dei nostri consumi elettrici, il KWh risparmiato tramite interventi di efficienza energetica costa meno di quello prodotto e consumato. (Fermiamoci un attimo a riflettere su quanta energia sprechiamo in ogni momento della nostra esistenza). Oggi abbiamo in mano tutti gli strumenti per mettere in campo la trasformazione di cui si parlava all’inizio: dal motore a combustione a quello elettrico, dagli idrocarburi all’elettricita’ da fonte rinnovabile applicata in ogni possibile settore dell’attività umana, fino a sostituire anche il piu’ piccolo motore a benzina, diesel o a gas. E lo sviluppo incessante e impetuoso dell’industria fotovoltaica mondiale, anche italiana, ci fa credere che sarà questa la via maestra per affrontare e provare a vincere le sfide ambientali, economiche e sociale del ventunesimo secolo.


martedì 13 ottobre 2009

CONTO ENERGIA, TUTTI CI GUADAGNANO NESSUNO CI PERDE


Sono numerosi i vantaggi del conto energia, grazie a cui il FV sta contribuendo a rilanciare l’economia nazionale e potrà soddisfare quote crescenti e sempre piu’ apprezzabili del fabbisogno elettrico nazionale.

Solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile considerare per il solare fotovoltaico la scala dei Gigawatt installati e dei Terawattora di energia prodotta. Invece, l’Italia si accinge a superare nel corso del 2010 la soglia del Gigawatt installato e le proiezioni al 2020 oscillano fra un minimo di 5 GW, sufficienti per coprire il 2% del fabbisogno elettrico nazionale, e un massimo di 55 GW che coprirebbe il 18% del fabbisogno nazionale. Nel 2007 il ‘’Position Paper’’ del Governo italiano stimava un potenziale massimo al 2020 di 9,5 GW mentre lo studio del Cnes - Commissione Nazionale Energia Solare, proietta al 2020 uno scenario di 15 GW: il 6% del fabbisogno elettrico nazionale. Difficile dire quale quale di queste proiezioni si avvererà ma, sulla base di quanto avvenuto in passato, possiamo stabilire alcuni punti fermi:

- Prendendo i dati del 2008 a fronte di incentivi erogati dal Gse per complessivi 95 milioni di euro sono entrati in servizio 330 MW di nuovi impianti solari, generando così un giro d’affari di circa 2 milioni di euro: 20 volte piu’ dell’incentivo erogato.

- In soli 3 anni l’occupazione del settore è cresciuta di 10 volte e si sono creati 15000 posti di lavoro. Nonostante la crisi la crescita del settore continua.

- Il meccanismo del Conto Energia ha creato ricavi per le imprese, stipendi per le famiglie ed entrate fiscali per lo Stato di gran lunga superiori all’incentivo erogato, dando un utilissima spinta al rilancio dell’economia nazionale, proprio nel momento di maggiore bisogno.

SOLUZIONE “WIN-WIN” SECONDO GLI INGLESI

Nel mondo anglosassone tutto questo viene descritto come una soluzione “Win-Win”, dove tutti ci guadagnano e nessuno ci perde. Ma, a fronte di dati così positivi si chiederà: dove sta il trucco? Il trucco sta nel fatto che il meccanismo del Conto Energia si è rivelato uno strumento efficace per indurre soprattutto i privati a investire nel futuro del proprio Paese, impiegando risorse che altrimenti sarebbero rimaste bloccate dai circuiti della speculazione finanziaria.

Ovvio che, attraverso il prelievo in bolletta (componente A3), i consumatori elettrici restituiranno queste risorse agli investitori durante i 20 anni di durata della tariffa incentivante.

Ma è altrettanto vero che gli impianti continueranno a produrre energia elettrica per ben piu’ di 20 anni, in modo gratuito, senza consumare combustibile, senza inquinare e senza emettere gas serra.

Infine, c’è un altro elemento da non trascurare: grazie al CONTO ENERGIA l’Italia sta sviluppando una buona base industriale per giocare un ruolo importante nella competizione internazionale.


giovedì 8 ottobre 2009

CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI, AGEVOLAZIONI FISCALI PARI AL 55% DELLE SPESE SOSTENUTE PER LE RISTRUTTURAZIONI


L’agevolazione consiste in una detrazione dall’imposta dei redditi, pari al 55% delle spese sostenute per le ristrutturazioni.

L’ottenimento dell’agevolazione è vincolato all’acquisizione di unattestato di qualificazione energetica. Le spese detraibili sono quelle relative a:

-realizzazione degli interventi

-opere edilizie funzionali all’intervento

-prestazioni professionali e certificazione energetica

-IVA

Le opere ammesse a tale agevolazione sono quelle che consentono un risparmio energetico,

ad esempio:

-sostituzione dei serramenti

-sostituzione di caldaie

-sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza

e con impianti geotermici a bassa entalpia

-isolamento termico di pareti, solai, coperture

-installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda

Migliore e' la classe energetica dell'abitazione minore sarà la spesa per riscaldarla/raffreddarla e minori saranno le emissioni nell'atmosfera di inquinanti e CO2.

PROCEDURA PER OTTENERE LA DETRAZIONE FISCALE DEL 55%

Una volta definito l’intervento di riqualificazione energetica:

-Effettuare l’intervento rispettando i requisiti limite previsti dalle norme per i vari

componenti

-Effettuare i pagamenti tramite bonifico bancario, specificando i propri dati fiscali, quelli del

beneficiario e l’importo relativo alla manodopera

-Al termine delle opere un nostro tecnico effettuerà un sopralluogo a seguito del quale verrà

rilasciata la documentazione necessaria per usufruire della detrazione fiscale del 55%

Asseverazione della rispondenza dell’intervento ai requisiti

Attestazione di Certificazione Energetica (come codificata dalle norme regionali e

nazionali)

Relazione informativa sulla riqualificazione energetica effettuata

-Inviare all’ENEA copia firmata in originale della documentazione

MODALITÀ OPERATIVE

Oltre all’identificazione catastale dell’immobile e all’acquisizione della documentazione

disponibile, i nostri tecnici effettuano un sopralluogo, nel corso del quale rilevano le

caratteristiche geometriche, costruttive ed impiantistiche della singola unità immobiliare:

-dati identificativi (richiedente, immobile, edificio)

-rilievo architettonico

-caratteristiche tecniche e costruttive

-serramenti

-caratteristiche dell’impianto termico (riscaldamento, produzione acqua calda,

eventuali fonti energetiche rinnovabili)

La raccolta delle informazioni si svolge seguendo una procedura definita nel rispetto

degli standard di qualità aziendali e avvalendosi di strumenti di misura, diagnostica e

monitoraggio.

VALIDITÀ

L’agevolazione consiste in una detrazione dall’imposta lorda, sia sull’IRPEF che sull’IRES,

in misura pari al 55% delle spese sostenute, ripartite fino a in dieci quote annuali di pari importo.

Inoltre l’attestato di certificazione energetica può diventare lo strumento necessario per :

-Accedere agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi natura - sia come sgravi fiscali che come contributi a carico di fondi pubblici o della generalità degli utenti - finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell'unità immobiliare, dell'edificio o degli impianti

-Ottenere l'aumento della tariffa incentivante per gli impianti fotovoltaici ubicati in edifici ove sono stati eseguiti interventi di riqualificazione energetica. E’ necessario dotarsi di un attestato di certificazione energetica relativo alle condizioni dell'immobile prima dei previsti interventi, che dovrà successivamente essere aggiornato.

IN FINE E’ ANCHE POSSIBILE LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA COMUNE:

Con il decreto del 26 giugno 2009 del ministro del Sviluppo economico, è possibile una certificazione comune per quelle unità immobiliari che presentano caratteristiche di rendimento energetico simili.La certificazione energetica comune è possibile in base a delle condizioni: le unità immobiliari devono presentare delle caratteristiche di ripetibilità logistica e di esposizione, come i

piani intermedi quelli che essendo racchiusi dagli altri godono del cosiddetto "furto di calore".

A partire dal 1° luglio 2009 tutti gli immobili dovranno essere dotati dell'attestato di certificazione energetica così come previsto all'art. 6 comma 1-bis, lettera c) del Dlgs 192/2005, fatta salva comunque la possibilità di alienare un immobile ancorché non dotato dell'AQE.