lunedì 16 novembre 2009

EFFICIENZA ENERGETICA, ALTERNATIVA PIU’ CREDIBILE DEL NUCLEARE

L’efficienza energetica costituisce un’alternativa più credibile dell’energia nucleare in quanto consente di operare scelte strategiche in modo più consapevole e calibrato alle esigenze effettive del nostro paese. Puntare sull’efficienza energetica è inoltre una strategia win – win: è più efficace ed è di gran lunga più conveniente. Queste le principali conclusioni di un’indagine condotta dagli Amici della Terra (scarica la presentazione), presentata oggi nel corso di un convegno a Roma. Dallo studio emerge dunque che ottenere riduzioni nei consumi energetici è prioritario per il rispetto degli impegni di riduzione dei gas serra richiesti dall’Europa al 2020.

L’Enea, in una recente valutazione dei costi di abbattimento delle emissioni in Italia al 2020, evidenzia infatti un potenziale complessivo di riduzione delle emissioni di circa 60 milioni di tonnellate CO2 dall’efficienza energetica nell’industria, nel terziario, nel trasporto, nell’edilizia residenziale e nella produzione e trasmissione di elettricità. Ottenibile attraverso opzioni tecnologiche che, tra l′altro, comportano costi minimi o nella maggior parte dei casi con benefici sociali netti.

Prendendo come riferimento il potenziale del risparmio energetico al 2020 nel solo settore dell’elettricità, grazie all’efficienza energetica si potrebbero evitare 73 TWh di energia elettrica, cioè il 21,6 per cento dei consumi finali lordi in Italia nel 2008 (337,6 TWh).

Un enorme potenziale di risparmio energetico che corrisponde alla produzione elettrica di circa 8 grandi centrali nucleari (da 1300 MW, taglia ipotizzata dal nostro governo). Mentre il potenziale di risparmio realizzabile a breve termine, con le misure vigenti, ammonta a 19 TWh (potenziale al 2012 col sistema dei certificati bianchi).

Anche in tema di incentivi, è significativo il confronto - osserva lo studio - tra i 320 milioni di euro di costi per lo stato dovuto al principale meccanismo di promozione dell’efficienza energetica, i certificati bianchi, con gli 1,2 miliardi di euro di benefici netti ottenuti in virtù dei risparmi annui degli utenti.

Lo studio rileva inoltre che se da un lato l’Italia è in grave ritardo rispetto agli obiettivi della politica climatica europea (sia rispetto a Kyoto sia in relazione agli obiettivi nazionali al 2020) emergono tuttavia anche alcuni primati nel campo dell’efficienza energetica che, spesso, il paese non conosce e, dunque, non valorizza in termini politici e di sistema.

Si tratta, in generale, della rendita di posizione che deriva dai miglioramenti di efficienza seguiti alla crisi petrolifera del 1973, che si è assottigliata nel tempo (non si registrano miglioramenti del livello di intensità energetica finale dal 1986. Un patrimonio di conoscenze, tecnologie e tradizioni di grande valore, su cui è possibile puntare con convinzione anche per incrementare la competitività sui mercati globali dei nostri beni e servizi.

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