martedì 16 novembre 2010

CONTO ENERGIA 2010 IN SCADENZA.. INCENTIVI DISPONIBILI ENTRO FINE ANNO, AFFRETTIAMOCI.. DAL 2011 AL VIA IL TERZO CONTO ENERGIA




E’ stato convertito in legge il disegno per la proroga di sei mesi della scadenza prevista dall’attuale Conto Energia 2010. Il 31 dicembre 2010 il Decreto Ministeriale del 19 febbraio del 2007 scadrà e verrà sostituito dalnuovo Conto Energia 2011-2013.

Per gestire la transizione tra l’attuale normativa 2010 e la nuova 2011, l’articolo 2-sexies della legge 41/2010 prevedeva che le tariffe incentivanti 2010 fossero riconosciute a chi avesse completato l’installazione dell’impianto fotovoltaico entro il 31 dicembre del 2010. L’insorgere di alcuni problemi di carattere interpretativo, ha dato il via ad un disegno di legge chiarificatore.

E’ quindi stato convertito in Decreto Legge 105/2010 il progetto che prevede che le tariffe incentivanti erogate con il Conto Energia 2010 siano riconosciute ai soggetti:

- che hanno concluso l’installazione dell’impianto fotovoltaico entro il 31 dicembre 2010;

- che hanno comunicato al gestore di rete (ad es. ENEL) ed al GSE, l’avvenuta installazione dell’impianto entro il 31 dicembre 2010;

- il cui impianto fotovoltaico entra in esercizio entro il 30 giugno 2011.

Il Conto Energia 2011-2013 prevede una riduzione delle tariffe incentivanti erogate attualmente dal GSE contestualmente al Conto Energia 2010 .




martedì 13 aprile 2010


Sembra ad una svolta la pubblicazione del terzo conto energia, con le tanto attese tariffe incentivanti. Il documento è pronto nella sua stesura definitiva e attendo solo il via libera della conferenza stato-regioni. Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’energia, Stefano Saglia, aggiungendo che il Governo intende “mantenere l’Italia il Paese con gli incentivi più generosi in Europa” e confermando il tetto di 3mila Megawatt di potenza da installare in tre anni a partire dal 2011 e il tetto di 1.200 Megawatt entro l’anno previsto dai vecchi incentivi.

Per quanto riguarda le tariffe incentivanti – cioè quelle che lo Stato paga ai produttori di energia da fonte fotovoltaica – Saglia ha detto che “la riduzione degli incentivi sarà leggermente inferiore rispetto alla riduzione del costo dei pannelli solari”.

Dal 2011, infatti, le tariffe incentivanti saranno più basse rispetto a quelle oggi vigenti. Nella bozza di decreto (che definisce il Conto Energia per gli impianti che entreranno in funzione dal 2011) presentata nel febbraio scorso dal Ministero, la riduzione delle tariffe si attestava intorno al 20-25% rispetto alle attuali, con una ulteriore diminuzione nel corso del 2011 e con una decurtazione del 6% all’anno per gli impianti che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013. La percentuale di riduzione del 20-25% ha messo in allarme i produttori di impianti fotovoltaici che propongono invece un taglio non superiore al 14% rispetto al 2010.

LA TRANSIZIONE TRA IL 2010 E IL 2011 In vista della riduzione delle tariffe, è già scattata la corsa per terminare gli impianti fotovoltaici entro il 2010. Per non mettere in difficoltà chi sta realizzando quest’anno gli impianti l’articolo 2-sexies della legge n. 41 del 22 marzo 2010, di conversione del “decreto salva Alcoa”, prevede che le tariffe incentivanti 2010 siano riconosciute a chi completerà l’installazione dell’impianto entro il 31 dicembre 2010 e invierà la richiesta di connessione alla rete entro l’ultima data utile per realizzare la connessione entro il 31 dicembre 2010.

La data di riferimento per avere diritto alle tariffe 2010 non sarà più, quindi, quella di entrata in esercizio dell’impianto ma quella del completamento dell’installazione.

Per capire con certezza qual è “l’ultima data utile” sarà necessario attendere il documento che il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in collaborazione con l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) sta predisponendo per chiarire i dubbi interpretativi sollevati dall’articolo 2-sexies della Legge 41/2010.

lunedì 23 novembre 2009

LA LUNA POTREBBE DIVENTARE FONTE DI ENERGIA SOLARE

La luna, la luna, ci porterà fortuna… diceva più o meno una canzone di un po’ di tempo fa ed effettivamente per pochi indomiti astronauti ha regalato gloria eterna. Mito della corsa allo spazio a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, nel prossimo futuro potrebbe diventare una risorsa energetica. Insomma, dopo anni di attenzioni tutte rivolte verso Marte, il nostro caro satellite potrebbe tornare ad essere meta ambita, data la sua grande ricchezza di silicio ed elio-3.

Silicio, appunto, di cui la Luna è composta per circa il 20%, è, lo sappiamo, l’elemento principale di alcuni tipi di cellule fotovoltaiche. E si è anche più volte parlato della difficoltà di reperimento e del relativo costo elevato qui, sulla Terra.
L’idea che inizia a stuzzicare la mente è quella di estrarre grandi quantità di silicio proprio dalla Luna, ma non per trasportarla sulla Terra (il costo, immaginiamo, sarebbe elevatissimo e non sostenibile), ma per costruire strutture solari giganti “lassù”. Energia che sarebbe poi convertita in microonde e inviata “quaggiù” per soddisfare una parte non indifferente dei nostri bisogni energetici.

Come si diceva, la Luna sarebbe anche ricca di elio-3, una rara forma di elio (la cui formazione, nel Sole, produce quell’norme quantità di energia che gli consente di scaldare i pianeti più affezionati). Ebbene, l’elio-3 potrebbe essere un ottimo carburante nucleare con cui creare nuovi reattori a fusione, garantendo energia relativamente pulita e sicura alle future generazioni. Ma si tratta, è bene dirlo, di una tecnologia ancora agli albori e forse non realizzabile in concreto.

Bello, anche se un po’ complicato. E’ sì vero che la superficie lunare è già “morta” e lo sfruttamento minerario non creerebbe “danni ambientali”, ma quello che preoccupa un po’ è il versante etico della questione, specie se si pensa alle guerre che ne sorgerebbero per i diritti di sfruttamento.

Come sempre, tutto dipende dal come si intendono fare le cose. Se qualcuno, come è probabile, intenderà arricchirsene, poveri noi… Se invece si vorrà progettare uno sfruttamento sostenibile, condiviso, pubblico e soprattutto per il bene del Pianeta, potrebbe essere una buona idea.


venerdì 20 novembre 2009

RINNOVABILI E IDROGENO, ACCOPPIATA VINCENTE

Sono ormai numerose le applicazioni della vita quotidiana che sfruttano l’elettricità prodotta da celle a combustibile a idrogeno, come la lavabiancheria e l’asciugatrice realizzate di recente da Electrolux Italia, celle a combustibile e rinnovabili si dimostrano così la coppia vincente per affrontare le sfide ambientali del XXI secolo, mentre il conto energia si rivela un modo indiretto per promuovere le tecnologie dell’idrogeno.

Lo sviluppo delle tecnologie delle celle a combustibile, le cosiddette “fuel-cell”, in particolare quelle a idrogeno e metanolo, ha avuto negli ultimi anni un incremento rapidissimo. Le applicazioni oggi sono in grado di tradurre in fatti quello che sinora si era speso in termini di parole, di speranze e di mercati potenziali. Molte applicazioni ne dimostrano la realizzabilità: nelle abitazioni private, nella robotica e nelle installazioni per la cinematografia, sino alle grandi multinazionali dell’elettrodomestico, della sorveglianza, dell’illuminazione della segnaletica stradale. Un insieme di applicazioni trasversale a ogni attività umana, che può garantire vantaggi pratici, economici e ambientali molto grandi in futuro come nell’immediato.

La rapidissima corsa delle installazioni fotovoltaiche o eoliche nel nostro paese e piu’ in generale in Europa sta rendendo interessante l’idrogeno come strumento per accumulare i surplus energetici. Gli incentivi statali, come il Conto Energia per il fotovoltaico, sono il punto essenziale dal quale non poter prescindere. Per risolvere i problemi contingenti di alcuni specifici settori nei quali si ha necessità di potenze limitate, entro i 500-1.000 W, è possibile usare le celle a combustibile alimentate con soluzioni di acqua distillata e 10-15% di metanolo, che possono ovviare alle problematiche di stoccaggio dell’idrogeno. Tanto per fare alcuni esempi, ci riferiamo alla segnaletica stradale autonoma, al monitoraggio di stazioni meteo, vulcaniche e sismiche, alle telecomunicazioni, alla sorveglianza e sicurezza. In altre parole: piu’ che a prototipi, oggi il settore dell’idrogeno e delle celle a combustibile punta all’inserimento nella vita quotidiana.

-PRODUZIONE DA RINNOVABILI- I fatti dimostrano come l’idrogeno sia pronto a giocare il ruolo di vettore energetico per una distribuzione anche capillare tramite idrogenodotti su piccole reti comunali/provinciali per essere utilizzato in numerose applicazioni. Si tratta di un ottimo “vettore energetico” in quanto ha un potere calorifico tale da essere, a parità di peso, due volte piu’ energetico del metano e sino a tre volte piu’ energetico delle piu’ comuni benzine. Si può produrre idrogeno da una molteplicità di fonti (fossili e rinnovabili) e da vettori energetici (elettricità), ma la cosa piu’ interessante è che con processi di elettrolisi, che possono essere ormai caratterizzati da ottime efficienze (70-80%), non si produce solo idrogeno industriale di ottima purezza e commerciabilità, ma anche ossigeno altrettanto puro e appetibile a livello industriale e commerciale. Ci si riferisce molto spesso alle energie rinnovabili come potenziale sorgente per la produzione di idrogeno di idrogeno a all’elettrolisi come processo primario, perché rappresenta una delle rare metodologie di produzione di idrogeno scevra da qualunque tipo di emissione. L’elettrolisi è energeticamente molto efficiente in taluni casi ma anche di difficile realizzazione su larga scala, o replicabile su una scala piu’ grande ma in maniera imitata a causa di fattori economici e di efficienza, come nel caso del fotovoltaico. Se ci focalizziamo proprio sul fotovoltaico, ci possiamo rendere facilmente conto di come il Conto Energia sia involontariamente uno straordinario incentivo per le tecnologie a idrogeno: ogni investimento in KW FV ulteriori rispetto alle proprie esigenze è in realtà un investimento prezioso per poter ottenere due gas estremamente remunerativi (idrogeno e ossigeno), già a partire da taglie produttive di 60 l/h. Insomma, aspettando che le reti e le infrastrutture dell’idrogeno siano realizzate, i piccoli produttori di energia rinnovabile da fotovoltaico ed eolico sono potenzialmente produttori di idrogeno di ottima qualità attraverso il piu’ pulito e semplice dei processi: l’elettrolisi. Questo grazie agli incentivi e ai meccanismi di scambio sul posto e di cessione in rete, che possono rendere molto piu’ approcciabile l’elettrolisi rispetto ad altri metodi produttivi, soprattutto nel caso di piccole portate. Questa visione si sposa perfettamente con quella che è una logica infrastrutturale di piu’ lungo periodo: l’immissione dell’idrogeno in idrogenodotti di lunghezze tipiche di 100-150 km tali da garantire ritorni economici paragonabili a quelli delle odierne reti del metano. Allo stesso tempo, la logica della produzione di idrogeno on-site da fotovoltaico risolve la prima problematica, cioè spezzare una volta per tutte il circolo vizioso legato al problema eterno dell’uovo e della gallina: vanno costruite prima le infrastrutture per la distribuzione del gas e poi le applicazioni o il contrario?

-SISTEMI DI STOCCAGIO- I vantaggi principali delle tecnologie fuel-cell a idrogeno rispetto alle tradizionali batterie secondarie sono molteplici: ingombri e peso inferiori, maggior durata, manutenzione pressoché nulla. Ma oggi si punta piu’ che alla competizione con i tradizionali metodi di stoccaggio energetico delle batterie all’integrazione con queste ultime, per un pieno sfruttamento delle peculiarità e dei vantaggi di entrambi le tecnologie. Si assiste così sempre piu’ di frequente a sodalizi tra le nuove frontiere tecnologiche delle fuel-cell a metanolo e idrogeno con il mondo delle batterie, al fine di ottimizzare la vita di entrambe i dispositivi per il raggiungimento dell’ideale economico e la soddisfazione dei requisiti e degli obbiettivi tecnici delle installazioni. Ecco che allora la fuel-cell si trasformano in generatori autonomi di corrente elettrica, che lavorano con combustibili alternativi a zero emissioni, ma che possono diventare all’occorrenza dei partner ideali per le batterie qualora nasca l’esigenza della loro ricarica e di minimizzare i cicli e le ore di funzionamento delle celle a combustibile stesse. Dei veri e propri carica- batteria e zero emissioni, che risolvono innumerevoli problemi in settori determinanti della vita quotidiana, dal gruppo di continuità, sino alle abitazioni isolate costrette, di norma, ad affidarsi a numerosi e inquinanti generatori a fonti fossili.


lunedì 16 novembre 2009

EFFICIENZA ENERGETICA, ALTERNATIVA PIU’ CREDIBILE DEL NUCLEARE

L’efficienza energetica costituisce un’alternativa più credibile dell’energia nucleare in quanto consente di operare scelte strategiche in modo più consapevole e calibrato alle esigenze effettive del nostro paese. Puntare sull’efficienza energetica è inoltre una strategia win – win: è più efficace ed è di gran lunga più conveniente. Queste le principali conclusioni di un’indagine condotta dagli Amici della Terra (scarica la presentazione), presentata oggi nel corso di un convegno a Roma. Dallo studio emerge dunque che ottenere riduzioni nei consumi energetici è prioritario per il rispetto degli impegni di riduzione dei gas serra richiesti dall’Europa al 2020.

L’Enea, in una recente valutazione dei costi di abbattimento delle emissioni in Italia al 2020, evidenzia infatti un potenziale complessivo di riduzione delle emissioni di circa 60 milioni di tonnellate CO2 dall’efficienza energetica nell’industria, nel terziario, nel trasporto, nell’edilizia residenziale e nella produzione e trasmissione di elettricità. Ottenibile attraverso opzioni tecnologiche che, tra l′altro, comportano costi minimi o nella maggior parte dei casi con benefici sociali netti.

Prendendo come riferimento il potenziale del risparmio energetico al 2020 nel solo settore dell’elettricità, grazie all’efficienza energetica si potrebbero evitare 73 TWh di energia elettrica, cioè il 21,6 per cento dei consumi finali lordi in Italia nel 2008 (337,6 TWh).

Un enorme potenziale di risparmio energetico che corrisponde alla produzione elettrica di circa 8 grandi centrali nucleari (da 1300 MW, taglia ipotizzata dal nostro governo). Mentre il potenziale di risparmio realizzabile a breve termine, con le misure vigenti, ammonta a 19 TWh (potenziale al 2012 col sistema dei certificati bianchi).

Anche in tema di incentivi, è significativo il confronto - osserva lo studio - tra i 320 milioni di euro di costi per lo stato dovuto al principale meccanismo di promozione dell’efficienza energetica, i certificati bianchi, con gli 1,2 miliardi di euro di benefici netti ottenuti in virtù dei risparmi annui degli utenti.

Lo studio rileva inoltre che se da un lato l’Italia è in grave ritardo rispetto agli obiettivi della politica climatica europea (sia rispetto a Kyoto sia in relazione agli obiettivi nazionali al 2020) emergono tuttavia anche alcuni primati nel campo dell’efficienza energetica che, spesso, il paese non conosce e, dunque, non valorizza in termini politici e di sistema.

Si tratta, in generale, della rendita di posizione che deriva dai miglioramenti di efficienza seguiti alla crisi petrolifera del 1973, che si è assottigliata nel tempo (non si registrano miglioramenti del livello di intensità energetica finale dal 1986. Un patrimonio di conoscenze, tecnologie e tradizioni di grande valore, su cui è possibile puntare con convinzione anche per incrementare la competitività sui mercati globali dei nostri beni e servizi.