Questo è possibile grazie alle tecnologie FV attuali e a quelle che verranno.
Fonti rinnovabili per l’autonomia, l’indipendenza dalle grossi reti elettriche, per unire l’idea di compatibilità ambientale con quella di sostenibilità economica-produttiva.
Oggi questo sogno degli ambientalisti è divenuto realtà in molte parti del pianeta, fra cui una piccola isola danese, grande tre volte l’isola di Ischia, di nome Samso, dove il ricorso a turbine eoliche, che impianti eolici in mare e sulla terra ferma, pannelli solari termici e fotovoltaici, impianti a biomasse ha consentito l’abbattimento praticamente totale delle emissioni inquinanti.
Le rinnovabili sono così in grado di produrre energia sufficiente per soddisfare le esigenze degli isolani, ma allo stesso tempo di produrre un surplus da immettere, con un ritorno economico, nella rete nazionale. Molti degli abitanti hanno installato nelle proprie abitazioni impianti di produzione di energia come mini-turbine eoliche o moduli solari, trasformandosi in soggetti produttori e consumatori al tempo stesso di energia. Il ricorso a motori alimentati a olio di canola, che è una varietà di colza, completano un progetto quasi avveniristico, di totale auto sostenibilità collettiva ma anche individuale. In alte parole: oggi si apre una nuova frontiera in cui l’autosufficienza energetica può rappresentare il vero futuro. E in questa direzione la terza generazione di celle solari potrebbe essere la sponda per rendere ancora piu’ virtuoso questo processo.
FV DI TERZA GENERAZIONE
Una tra le piu’ promettenti tecnologie di terza generazione consiste di vetri strutturali, come quelli presenti in ogni abitazione, integrati però con elementi fotovoltaici organici (non piu’ silicio) in grado di convertire l’energia solare che arriva sul cristallo in energia elettrica pulita. Un prodotto che si ipotizza verrà messo in commercio per il 2012 e che consentirà di produrre energia dalle finestre, dalle vetrate, o dalle verande dei nostri appartamenti, senza piu’ installazioni extra-struttura.
Un’ottimizzazione delle superfici e della struttura portante senza precedenti, che in un futuro non certo lontano potrà essere applicato sui mezzi di trasporto realizzando un sistema di mobilità autosufficiente e pulito, dove l’approvvigionamento energetico sarà totalmente delegato all’utente finale, fuori da qualsiasi legame con la rete di distribuzione. Questo progetto, frutto di una partnership pubblico/privato sviluppatasi a Roma presso il Tecnopolo Tiburtino-Università di Tor Vergata ipotizza un abbattimento dei costi di produzione superiore al 50% rispetto ai moduli tradizionali, consentendo così una fase diffusione del prodotto. Diffusione che potrebbe accrescersi con un sempre piu’ attento e mirato piano di incentivazione statale. Già oggi, come molti sanno, l’intervento statale con gli incentivi e gli sgravi fiscali ha fortemente aiutato il settore delle rinnovabili, come nel caso del Conto Energia, sperando che le future linee politiche del governo mantengano fermo il timone.
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